Narrativa
K2: il prezzo della conquista
Collana: Ingrandimenti
Autore: Lino Lacedelli, Giovanni Cenacchi
ISBN
Euro 16,00
Formato: 14 x 22 cm cm
Pagine: 128
Editore: Mondadori
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K2: il prezzo della conquista
Lino Lacedelli, Giovanni Cenacchi
Mondadori
 | la copertina |
| Sono passati ben 50 anni da quel fatidico 31 Luglio 1954, nel quale Compagnoni e Lacedelli raggiunsero la seconda altitudine del mondo, ma forse la piú difficile e affascinante: il K2, ma da quella data le sorprese e le notizie si sono inseguite fino a oggi.
Forse mai una conquista alpinistica é stata tanto al centro di discussioni e polemiche come questa: libri, dichiarazioni, interviste si sono susseguite senza soluzione di continuitá e pensavamo di essere veramente arrivati al capolinea di queste "novitá", ma avevamo fatto i conti senza l'oste, anzi... senza Lacedelli, uno dei due conquistatori del K2...
L'arrivo di questo libro ci ha fatto fare un bel sobbalzo: sul retrocopertina le parole di Lacedelli "Questa storia l'ho raccontata tante volte, ma mai del tutto. Ci sono molti particolari... particolari che potrei raccontare adesso. Come ad esempio la questione del nono campo: non ne ho mai parlato completamente. Né del nono campo, né di tante altre cose...", unite a questo una rossa fascetta di Mauro Corona, tra gli sponsor di questo libro, che afferma "Un racconto esplosivo che fará schizzare sassi di scalpore. Le parole di Lacedelli faranno rumore. Perché la veritá fa sempre rumore". Ce n'era abbastanza per farci tuffare nella lettura...
Il libro si presenta diviso in due parti distinte: un'intervista resa da Lacedelli a Giovanni Cenacchi, nella quale l'alpinista racconta la "sua" veritá, che tiene conto dei minuziosi diari redatti dallo stesso e che non sono sono mai stati resi noti integralmente e una seconda parte nella quale Cenacchi, formula ipotesi e trae conclusioni dopo la stessa intervista.
Lacedelli dá grande risalto alla querelle tra Bonatti e Compagnoni, sia per la posizione del campo 9 spostato piú in alto di quanto concordato tra di loro, sulla questione dell'ora di partenza dal campo 9, sull'esaurimento delle bombole prima dell'arrivo in vetta, sui rapporti tra il gruppo di alpinisti e il capo-spedizione Desio.
 | Ubaldo Rey e Lino Lacedelli alla partenza per il campo 7 |
| In tutti i punti, fuori che su quello della durata delle bombole in cui non transige assolutamente, Lacedelli da ragione a Bonatti, riconoscendo l'ingiustizia di cui é stato vittima, addossando peró ogni responsabilitá dei fatti accaduti a Compagnoni, capo designato per la conquista da parte di Desio.
Compagnoni ne esce descritto come un egoista ambizioso e con pochi scrupoli, disposto a tutto pur di ottenere l'onore della conquista del K2, senza rispettare i compagni e Bonatti in particolare (la cosa appare particolarmente singolare, perché de Francesch nel suo diario del Gasherbrum in Mani da strapiombo descrive Bonatti allo stesso modo come Lacedelli descrive Compagnoni, allora vuol dire che l'occasione trasforma la persona, forse, ... ndr).
Lacedelli fa intendere che se Compagnoni sotto sotto ha le scusanti della quota, della voglia di arrivare e la paura di fallire, Desio non neha proprio e viene descritto come ambizioso, abbastanza spietato e con scarsa parvenza di umanitá, con conseguenza che gli alpinisti lo disattendevano spesso negli ordini (altra analogia incredibile con Cassin, sempre nei diari di de Francesch...)
 | La foto storica: Lacedelli sulla vetta del K2 |
| A questo punto la voglia di non esprimere alcun commento é tanta, ma forse con maggior forza emergono alcune domande: perché Lacedelli ha atteso 50 anni per fare le sue rivelazioni? Quali timori gli hanno impedito di accusare apertamente Compagnoni e Desio, che purtroppo non ha la possibilitá di replicare? Eppure molte volte Achille e Lino si sono presentati insieme a interviste e trasmissioni televisive senza mostrare alcun dissidio tra loro... E' questo forse l'estremo e disperato tentativo per poter stringere la mano a Bonatti, riallacciando un rapporto interrotto bruscamente nel 1954? Potranno queste sue dichiarazioni chiudere definitivamente la polemica, dando soddisfazione al mezzo secolo di polemiche agitate da Bonatti, offeso oramai cinquantenario? Aspettiamo le risposte, se mai verranno... anche se il recente intervento di Bonatti con Messner sembrerebbe rendere vano ogni tentativo, anche patetico, di riavvicinamento.
Schiller scrisse "Speriamo che le grandi occasioni non trovino piccoli uomini...", probabilmente questo balletto, oltre a tutto molto redditizio..., non é ancora terminato, aspettiamoci altri libri, altre "veritá", il prossimo turno potrebbe essere quello di Compagnoni...
Possiamo solo consigliarvi ancora una volta di leggere l'Imperdibile di Ottobre, Mani a strapiombo, in particolare il diario del Gasherbrum, di Bepi de Francesch, noi pensiamo di aver compreso piú K2 1954 da quel racconto che parla di un'altra spedizione, ma con gli stessi problemi e anche con alcuni degli stessi protagonisti, che dalla pila di libri che narrano "tutte le veritá" di quella spedizione, ammesso che la veritá sia mai stata scritta interamente...
� Filippo
Zolezzi
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